Cena impegnativa di Annamaria Trevale

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Lo confesso: faccio parte di coloro che non hanno mai capito nulla di enologia.

Mio padre era totalmente astemio e mia madre sposandolo si era adeguata, così che soltanto acqua e coca-cola accompagnavano i nostri pasti.

Solo invitando qualcuno a pranzo o a cena si acquistava una bottiglia di vino per gli ospiti, che tra l’ignoranza dei miei in materia e le nostre scarse possibilità economiche presumo fosse di qualità mediocre.

Quando presi l’abitudine di uscire spesso la sera in compagnia iniziai a familiarizzare con le bevande alcoliche, che tuttavia si limitavano a qualche birra, classico accompagnamento alle pizze con gli amici, e a rari long drinks sperimentati in discoteca imitando amici più navigati di me.

Il vino continuava a restare un illustre sconosciuto, perché avevo raramente occasione di apprezzarlo.

Mio padre commentava addirittura con sarcasmo i servizi televisivi che decantavano le qualità dei vini famosi, o suggerivano come abbinarli alle vivande, considerando il tutto uno inutile sfizio.

“Si beve per dissetarsi, e non per ubriacarsi” sentenziava tracannando la sua coca-cola.

Col tempo iniziai a dissentire da lui, considerando anche il fatto che, quando si pranzava a casa dei parenti, le bottiglie di vino erano sempre presenti sulle tavole, ma non avevo mai visto nessuno farne un uso eccessivo fino ad ubriacarsi.

Mia madre mi guardò storto il giorno in cui portai a casa per la prima volta una bottiglia di vino presa al supermercato, per bermela poi con calma nell’arco di almeno quattro pasti, ma dato che avevo ormai venticinque anni non poteva vietarmela, e così iniziai ad essere l’unico membro timidamente bevitore di quel clan di astemi, mentre i miei fratelli continuavano imperterriti con le loro bibite analcoliche.

Poi conobbi Paola.

Accadde quando lavoravo già in una compagnia di assicurazioni, dove guadagnavo uno discreto stipendio e sapevo di avere buone prospettive di carriera, perciò potevo permettermi di invitarla a cena in un buon locale: Paola era molto carina e mi piaceva parecchio, perciò meritava il meglio che fossi in grado di offrirle.

Dopo qualche incontro poco impegnativo, avevo deciso di condurla in un ristorante alla moda, che mi era stato decantato da un paio di colleghi.

Paola arrivò indossando un elegante abito rosso che le donava molto, e mi sentii orgoglioso di scortarla all’interno del locale, dove un cameriere dall’aria compassata ci fece accomodare a un tavolo allestito con ricercatezza.

Ordinammo subito il menu degustazione.

“E da bere?” chiese il cameriere.

Paola mi guardò in tono interrogativo.

Già il numero dei bicchieri sul tavolo mi aveva spaventato, non avendo idea di come si utilizzassero, e non volevo fare una figuraccia scegliendo il vino sbagliato, ma il cameriere arrivò in mio soccorso.

“Posso suggerirvi anche una degustazione di vini al bicchiere abbinata al menu, anziché una sola bottiglia?”

Respirai di sollievo. “Penso che sia un’ottima idea, che ne dici?”

Paola approvò, e la cena iniziò nel migliore dei modi.

I cibi erano squisiti, ma mi sarei sentito meglio se il cameriere non avesse chiesto il mio parere su ogni vino proposto, sebbene fosse già una fortuna che lui riempisse i bicchieri, scegliendo quello adatto al prosecco offerto come aperitivo, al bianco da bere sugli antipasti, al rosso leggero abbinato ai primi e a quello più forte destinato ai secondi.

Paola sembrava ascoltare con estremo interesse le elaborate descrizioni che il cameriere faceva di ogni vino versato, usando termini a me sconosciuti e chiedendomi oltretutto spesso un giudizio: speravo di essermela cavata facendo commenti generici, o spingendo Paola a esprimersi prima di me per poi assecondarla.

“Ottima cena, ti ringrazio!” mi disse infine uscendo dal ristorante.

“Spero che questo posto ti sia piaciuto.”

“Molto, ma se vorrai in futuro ti spiegherò qualcosa sui vini, perché per hobby ho seguito un corso per sommelier … e tu proprio non ne capisci assolutamente nulla, vero?”


Commenti: 14 (Discussione conclusa)
  • #14

    Davide G. (venerdì, 30 settembre 2011 18:17)

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  • #13

    Donata (mercoledì, 07 settembre 2011 21:59)

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  • #12

    Vanessa (lunedì, 05 settembre 2011 22:06)

    MI PIACE!!!

  • #11

    fortunato zanotti detto Tato (sabato, 03 settembre 2011 10:59)

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  • #10

    tiptop (mercoledì, 31 agosto 2011 23:14)

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  • #9

    Silvia Zanetto (mercoledì, 31 agosto 2011 18:15)

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  • #8

    Stefano (mercoledì, 31 agosto 2011 17:41)

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  • #7

    Guido (mercoledì, 31 agosto 2011 17:25)

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  • #6

    Philomène Gattuso (martedì, 23 agosto 2011 18:19)

    MI PIACE!

  • #5

    Dorina Cavalieri (lunedì, 22 agosto 2011 19:12)

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  • #4

    lucia (lunedì, 22 agosto 2011 18:17)

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  • #3

    Sabrina della Cascina (lunedì, 22 agosto 2011 17:02)

    aggiungo io MI PIACE al commento n°2 di Lucia, se l'è dimenticato nella tastiera :-)))))))
    saluti a tutti, leggete e votate i racconti
    Forzaaaaaa !!!!!!!

  • #2

    Lucia Sallustio (lunedì, 22 agosto 2011 16:08)

    bel racconto, spassoso il finale, scrittura ineccepibile.

  • #1

    Luigi Bruno Cristiano (lunedì, 22 agosto 2011 16:00)

    MI PIACE


Alla Cascina trovate l'acqua in brocca !! Laba srl di Buscate ha certificato che l'acqua della Cascina rispetta tutti i parametri previsti per legge relativi alla qualità delle acque destinate al consumo umano, la bottiglia di vetro di acqua naturale è stata sostituita dalla brocca con acqua corrente, acqua viva Naturalis Aqua !! 💦💦💦 


 

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